E voi quanto siete streghe?
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Un po’ di chiarezza


Manca poco alla festa più tenebrosa dell’anno.
Inizia il conto alla rovescia per i travestimenti da Halloween, notte di tutti gli spiriti sacri.

La festa della tradizione celtica, arrivata anche in Italia, è dedicata ai fantasmi, ai vampiri e agli zombie ma anche alle streghe, con la scopa, i poteri soprannaturali e gli amuleti.

Secondo la superstizione medievale le megere, comunemente chiamate streghe, erano donnecattive che agivano per mano del demonio.

Il termine, strausato anche oggi nel linguaggio comune, identifica donne cattive, maligne e pronte al tutto per tutto.  

La parola “strega”, con le sue accezioni: streghetta e stregaccia è usata in espressioni come queste:

È quella strega della suocera che ha fatto fallire il matrimonio!”

È proprio una strega!”

“Con il passare degli anni è diventata una strega!”

“Quella strega riesce sempre a ottenere quello che vuole, o a incantare tutti!”.

Tante dunque le espressioni comuni, quanti i tipi di donna strega esistenti.

In ognuna di noi c’è sempre un po’ di stregoneria sottile o evidente.

Le donne nascono con la voglia di combattere sempre, e per questo motivo è possibile classificarle in base al grado di cattiveria:

E tu che strega comanda- colori sei?

La precisina logorroica in coppia

Quando l’uomo ha una testa di zucca, la donna diventa una strega. Va su tutte le furie quando il suo partner “orso” non ascolta, non nota il suo nuovo taglio di capelli, gli chiede di uscire ma preferisce il divano e la partita in tv. Per lui, la sua compagna di “sventure” è una strega, perché parla troppo e dice sempre la verità.

La guidatrice invasata


Non ama guidare ma deve. Imbottigliata nel traffico, sempre in ritardo, impreca tutti i santi del calendario. Quasi come se fosse impossessata dal diavolo inizia a strombazzare il clacson. Vorrebbe mettere le ali alla sua automobile per volare sulla lunga coda. È donna
sì, ma è la strega autista.

La suocera onnipresente

È una strega âgé ma pur sempre una strega. Vive per il suo figlio maschio. Guai a chi lo tocca. Così tu per lei sei quella che: “lo fa mangiare poco, gli stira male le camicie, non lo coccola abbastanza…”. Insomma se tu non ci fossisarebbe meglio!

La collega invidiosa

Dimentichiamoci la solidarietà femminile sul posto di lavoro. I successi professionali possono urtare l’ira funesta di chi ambisce a raggiungere i tuoi stessi obiettivi.  La collega strega, sorride ma vorrebbe metterti il famoso bastone tra le ruote. Strega modalità competition.

Un classico: una strega per amica


Per lei è tutto bellissimo. Ciò che indossi, ciò che dici, ciò che fai. Finge di sostenerti ma quando hai bisogno del suo aiuto non c’è mai. Ad ogni tuo errore,
butta benzina sul fuoco e non fa che dire: “Te lo avevo detto!”

Rossana Muraca

 

 

 

 

 

 

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